Un uomo può battere un’auto sui 100m?
La risposta all’impossibile domanda del titolo sembra quanto mai ovvia: no. Ma è poi davvero così?
È possibile immaginare qualcuno che possa sfidare un’auto in accelerazione, non in velocità, e pensare di batterla?
Al cospetto di imprese sportive che potevano sembrare letteralmente impossibili e che in tanti, soprattutto all’estero, faticano ancora ad accettare, è forse il caso di porgersi domande che a prima vista sembrerebbero non ammettere una risposta diversa da un secco ‘no’.
Il diavolo si nasconde nei dettagli
Considerate le velocità facilmente raggiungibili da qualunque autovettura in pochi secondi è chiaro che un uomo non ha alcuna chance di vincere sulla velocità: l’uomo al momento più veloce d’Europa, oltre che d’Italia, Marcell Jacobs, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo solo pochi giorni addietro, raggiunge una velocità massima di 43,3 Km/h. Inferiore, dunque, a quella raggiungibile da una qualunque quattro ruote.
Sgomberiamo subito il campo: persino sui 100m, un Marcell Jacombs non avrebbe speranza alcuna; ma prima di bollare la sfida come frutto di pura fantasia, proviamo a pensare a cosa accade realmente quando un’auto parte da ferma, come varia la sua velocità nel corso dei primi metri, delle prime poche decine di metri: siamo sicuri che gli uomini più veloci di sempre non potrebbero battere un’auto partendo da fermi?
Oltre il sogno: un dato di realtà
Sebbene un essere umano non possa ambire alle doti di continuità e tenuta di una qualunque autovettura, tuttavia, date le oggettive differenze tra i ‘contendenti’ ci si può attendere, dati alla mano, che nei primi metri l’uomo possa dire la sua anche su una vettura di serie mediamente performante.
Quando ci si porta sul piano dell’accelerazione, più che della velocità, sia la vettura che l’uomo fanno registrare performance tutt’altro che costanti, nelle diverse fasi della sfida.
Mentre l’uomo può contare su un’accelerazione iniziale letteralmente esplosiva, dovuta a fattori quali leggerezza, modalità e tecnica di spinta, la vettura viceversa vede il suo dato di accelerazione crescere molto più lentamente, almeno nelle primissime fasi della gara. La vettura, non dimentichiamolo, ha molte più parti in movimento, una distribuzione più complessa e un corpo auto estremamente più pesante del contendente uomo; tutte caratteristiche che fanno prevedere un dato di accelerazione iniziale molto più basso per la macchina.
Tuttavia, questo dato iniziale è destinato a ribaltarsi, letteralmente, dopo pochi metri. Quanti metri? Il dato numerico preciso, quello che potrebbe decretare la distanza massima su cui un corridore performante come Marcell Jacobs può battere la vettura, dipenderà necessariamente da molti fattori che vale la pena ricordare brevemente.
Le auto non sono tutte uguali
Sebbene l’uomo nutra concrete possibilità di vittoria nelle primissime fasi della sfida con la vettura, tuttavia quanta strada possa fare prima di vedersi raggiungere e superare dipende prepotentemente dalla vettura.
Possiamo ragionevolmente pensare che, senza entrare nel merito di cifre che si potrebbero ricavare solo con delle prove in pista, il nostro campione più veloce avrebbe meno chance contro una Formula Uno in assetto di partenza gara, quando sprigiona tutta la potenza per ottenere la massima accelerazione da ferma; un frangente in cui anche un metro o due sull’avversario significa iniziare in testa la gara.
Oppure ancora contro quelle simpaticissime e ultrapotenti autovetture, al limite della salute diciamolo pure, altrimenti note come dragster: purtroppo contro questo tipo di vetture, concepite e realizzate proprio per competere su distanze paragonabili ai 100 metri della classicissima olimpionica, il nostro campione vedrebbe ridimensionate e di molto le sue chance di rimanere in testa anche solo per una decina di metri.
Per altro anche le gare tra dragster durano qualcosa come 10 secondi, durante i quali consumano anche 100 litri di carburante e producono una frastuono da 150 dB, impossibile da sopportare. Una sfida che, se un giorno si farà mai, richiederà un’ottima performance anche dai tappi per le orecchie!
In attesa della sfida
Incrociando le dita per vedere il nostro Marcell Jacobs alle prese con una sfida uomo-macchina, possiamo provare a dare qualche numero e cercare di immaginare cosa potrebbe accadere.
Consideriamo una piccola autovettura – la leggerezza in questo frangente potrebbe rivelarsi, per quanto visto, un vantaggio! – come la popolarissima Fiat 500, un’auto che può registrare un tempo comparabile a quello segnato da Jacobs, ovvero il 9’’80 che gli è valso il nuovo record europeo e la medaglia d’oro alle recentissime Olimpiadi di Tokyo.
Ebbene la suddetta Fiat 500, in una delle numerose prove cui è stata sottoposta nel corso degli anni, sui 100 m ha fermato il cronometro a 8’’44: un tempo non troppo distante dall’olimpico di Jacobs. Tuttavia, entrando nel merito, la velocità d’uscita della Fiat 500 è stata di ben 73.4 Km/h, contro una velocità di punta del campione pari a 43.3 Km/h.
Le differenze, a favore di Jacobs, però non mancano: mentre l’autovettura incrementa la velocità lungo tutto il tracciato di 100 m, in realtà Jacobs raggiunge la sua massima velocità molto prima del traguardo, per poi mantenerla, più o meno, fino alla fine. Ciò che ci permette di fare una facile previsione: da qualche parte prima del traguardo dei 100 m la vettura sorpasserà il campione, ma prima d’allora e fino ad allora il campione la precederà in modo del tutto naturale.